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Channel: Sviatoslav Richter Blog
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Long, Aimard, Thibaudet, Schiff (quotes)

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Concludendosi il Centenario della Nascita di Sviatoslav Richter

"I felttransfixed, burntby theenergyof his  i m a g i n a t i o n"

Pierre-Laurent Aimard





  •  Marguerite Long

'That is piano playing, that is just fantastic.'

(About Gilels and Richter, 'A LIFE IN FRENCH MUSIC')

  •  Pierre-Laurent Aimard

'I felt transfixed, burnt by the energy of his imagination'

(BBC MUSIC MAGAZINE 2000)

  •  Jean-Yves Thibaudet 

'I can't imagine there's a single pianist in the world who doesn't like, or at least admireRichter, and it's remarkable that at his age he's still learning new concertos and new programmes.'

(GRAMOPHONE 1995)


  •  András Schiff 

'Richter, he has always been a hero of mine. It's just that he played everything, and he was obviously more attuned to Rachmaninov, Tchaikovsky, Prokofiev, and even Schumann than he was Mozart or Haydn. These sorts of limitations apply to every artist. I am not temperamentally suited to, say, Rachmaninov, Liszt, or Scriabin, so I should leave these composers to all those pianists who are.'

(BILBOARD 7/2000)


© Tutti i diritti sono riservati ai legittimi proprietari. La fonte originaria viene sempre citata o collegata con un link alla stessa. In questo Blog OGNI citazione o riproduzione di brani/foto/immagini o di parti d'opere sono UTILIZZATI a soli fini di ricerca scientifico-artistica, il cui utilizzo avviene secondo finalità illustrative o di discussione e per fini NON commerciali. Nessun Adsens è introdotto, come altre forme pubblicitarie finalizzate al profitto. 

Sempre qualcosa di nuovo e pieno di fantasia (Magaloff) - L.Chierici

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Concludendosi il Centenario della Nascita di Sviatoslav Richter

C'è semprequalcosa di nuovo e pieno di fantasia nel suo modo di suonare

Nikita Magaloff





[..] 

  "C'è sempre qualcosa di nuovo e pieno di fantasia nel suo modo di suonare", diceva Nikita Magalaff al termine di un meraviglioso concerto milanese di Richter del 1983, al Teatro Nazionale, nel quale si ascoltarono pagine di Ciaikovskij e Rachmaninov che il pianista stava portando in giro in quegli anni in mezzo mondo e che si conoscevano già attraverso registrazioni radiofoniche provenienti dal Festival di Aldeburgh. E davvero ogni concerto di Richter costituiva sempre una sorpresa, un unicum: per quanto ci si potesse accostare all'ascolto con sufficiente preparazione, il risultato era sempre imprevedibile, denso appunto di particolari nuovi, che ti lasciavano per giornate intere a ripensare in maniera critica a quanto avevi sentito. Si poteva essere o meno d'accordo su certi particolari, si poteva rimpiangere la comunicatività e la grandeur di un Rubinstein, il controllo supremo e il suono di Michelangeli, il classicismo di un Kempff o di un Arrau, ma tutto ciò che Richter proponeva nei suoi recital dava sempre la sensazione di una inventiva continua e - come era il caso anche di Rudolf Serkin - di riscoperta immanente del repertorio, come se il pianista fosse lì per te, e per te solo, a rendere evidente tutta la bellezza, l'attualità di una Sonata di Beethoven o di uno Studio di Chopin appena uscito dalla penna del compositore. 

[..] 


da un articolo dedicato a Richter, di Luca Chierici in Classic Voice - Settembre 2015Press Reader (testo completo)

 

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Su Richter, di V.Voskobojnikov (riproposta con 2 foto)

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Concludendosi il Centenario della Nascita di Sviatoslav Richter
Il Blog ripropone


< Su Richter > di Valerij Voskobojnikov




"Valerij, certo noi ci siamo incontrati molte volte, ma mi è rimasto impresso un nostro incontro casuale: Lei stava attraversando il ponte Krymskij a Mosca, mentre noi con Volodja (Morozstavamo viaggiando in macchina, e ci siamo salutati. Lei aveva un'aria molto 'romantica', con i lunghi cappelli al vento ..."
Sviatoslav Richter

Dalle memorie su Heinrich Neuhaus (IV)


Stasik ed Heinrich Neuhaus
due fotografie con due amati allievi, nonché futuri fondatori di due distinte associazioni dedicate al loro comune Maestro, Valerij Voskobojnikov ed Esther Yellin

Il giovane Valerij Voskobojnikov (in piedi), assistente di Stanislav Neuhaus

Esther Yellin (in lituano Esja Elinaite) con Heinrich Neuhaus, a Palanga nel 1960


Associazione 'Heinrich Neuhaus'
Heinrich Neuhaus Stiftung (International Piano Art Center)




Sviatoslav Richter in Sovietskaya Kultura (April 24, 1958): 

"For all of us the name of Heinrich Neuhaus is a symbol of great art. The thoughts and feelings which he shared with us we treasure as our most valuable guide on the road to artistic self-perfection. Every success we score is a token of gratitude to this wonderful man, artist and master — Heinrich Neuhaus."

(On the occasion of Heinrich Neuhaus's seventieth birthday and his fiftieth anniversary as a pianist and teacher)

Yurij Elagin (1951)

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Concludendosi il Centenario della Nascita di Sviatoslav Richter

Yurij   E l a g i n

Russian historian
1910-1987

 



(Quote)

In my day a young man of about seventeen or eighteen, Sviatoslav Rikhter, became one of Neuhaus' students. Listening to him at the students' concerts I had the impression of a major talent and of a charm that characterizes a great artist. I was not surprised to learn that Sviatoslav Rikhter has become one of the best young pianists in Russia.


Yurij B.Elagin in “Taming of the arts” - 1951

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Portrait de Chostakovitch à 30 ans (D.Rabinovitch)

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Il Blog propone un interessante articolo del grande musicologo russo sul giovane Mitja Sostakovic

PORTRAIT DE DIMITRICHOSTAKOVITCH A TRENT ANS
par David Rabinovitch
Critique musical et ami personnel du compositeur 1] 



Création de la Première Sonate pour violon et piano, Moscou 1969.

Il n'était pas grand, quoique plus grand qu'il ne paraissait à première vue, maigre , le visage finement découpé ; il avait toujours une mèche rebelle sur le front. Ses mains nerveuses n'étaient jamais au repos. Malgré ses trente ans, il avait conservé l'apparence de la jeunesse. Sur son visage fin cohabitaient des yeux pleins de
bienveillance, de gaieté, qui pouvaient refléter soudain la colère, et des lèvres serrées indiquant sa volonté, son obstination. Son caractère présentait d'étranges contrastes. Il avouait son amour de la vie, n' aimait pas la solitude et pouvait devenir, lorsqu'il se trouvait en société, le sujet central d'une conversation. Mais il lui venait constamment des pensées qu'il conservait pour lui même. Ses doigts nerveux jouaient souvent une mélodie qu'il était le seul à entendre. Je l'ai fréquemment observé, parlant avec excitation à ses amis, d'un aspect du concert de la veille, ou bien, avec une grande passion, d'un match de football récent, tout en sautant et gesticulant sur son siège. Et si vous regardiez ses yeux à travers ses larges lunettes cerclées d'écaille, vous aviez l'impression que seul un petit recoin de son esprit était présent dans la pièce et que le reste de sa personnalité se situait au loin, très loin de là. 

Nez-L'Avant scène. 1991


1] Err. scritto Dimitri, si tratta naturalmente di David Abramovič Rabinovič. CG.

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"Il taxi è arrivato!" (L.Gakkel)

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Concludendosi il Centenario della Nascita di Sviatoslav Richter

"Il taxi è arrivato!"

Leonid Gakkel *



  All'inizio dell'estate del 1978, andai a Mosca in quanto facevo parte di una delegazione del Conservatorio di Leningrado e fui invitato; così ebbi modo di incontrare numerosi professori di Mosca tra i quali scoprii con piacere che c'era Nina L'vovna Dorliak. 

 Dopotutto, Nina L'vovna dimostrava interesse nei miei confronti; numerose volte mi chiamò ai convegni per discutere sull'attività, e in fondo non era che un segno di amicizia. Una di queste riunioni si svolse presso la Sala Grande del Conservatorio, nel giorno in cui Richter provava. Il Maestro suonava la Kammermusik, op.36 n.1, di Hindemith con l'ensemble degli studenti del Conservatorio di Mosca. 

 Come sappiamo, il pezzo di Hindemith è scritto per pianoforte e dodici strumenti solisti obbligati; gli studenti erano disposti a semicerchio sul palcoscenico, Richter al pianoforte stava al centro.

 Fu programmato che ci andassi nella seconda parte della prova; Sviatoslav Teofilovič stava da solo in una breve pausa. La signora Nina mi presentò; dopo un'amichevole stretta di mano, Richter iniziò da subito a parlare della Kammermusik, che lui riteneva fosse un'opera meravigliosa di uno splendido compositore, forse il miglior compositore del XX secolo. 

 Non potevo condividere tale entusiasmo, ma capii che era la dimostrazione di un sentimento che in quel momento il musicista provava. Cosa c'era in Richter, che stava provando con un trasporto straordinario? Dopo la pausa, suonò il finale ("la parte più importante e significativa") e nel bel mezzo, lo devo dire, il Maestro ritenne di fermarsi di colpo e ricominciare. Suonò quasi fino alla fine, si fermò e ricominciò dall'inizio. 

 I giovani sembravano stanchi, mentre lui appariva instancabile. Dopo aver atteso in platea per un momento, Nina L'vovna disse che avrebbe chiamato il taxi per il Maestro. Ma la prova non era ancora finita, terminò da lì a poco. Gli studenti raccoglievano i loro strumenti. Richter stava al pianoforte; nuovamente, senza accompagnamento, suonò il finale. 

 Dalla platea si sentì, quasi disperata, "Il taxi è arrivato!". Il Maestro si separò con fatica dal pianoforte. Ci salutammo.

Leonid Gakkel


* breve brano di un lungo articolo del musicologo pubblicato nel 2000. SviatoslavRichter. ru

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Neuhaus a Zinaida (lettera 1941)

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LETTERA D'AMORE DI GENRICH GUSTAVOVIČ NEUHAUS A ZINAIDA NIKOLAEVNA
Prima moglie di Neuhaus, madre di Stanislav (Stasik) e Adrian (Adik)


17 agosto 1941, da Mosca a Čistopol'
(Tre mesi prima dell'arresto, avvenuto il 4 novembre)
<< Mia cara mammina, mia adorata, calda, bella, sono dieci anni che siamo insieme, ed io ti amo più di qualsiasi cosa al mondo: amo i tuoi occhi, il tuo carattere, la tua velocità e il tuo lavoro, ruvido e caldo, che non ha paura di niente, che mi è familiare per l'onestà e la semplicità, il tuo talento innato e non letto nei libri, che ti riempie
dalla testa ai piedi, mio caro angelo. Così spesso le circostanze, le parole e gli incontri, i momenti particolari della natura, gli odori dell'erba e del bosco, oppure le piccolezze della vita mi ricordano te nel vicolo Trubnikovskij (dove Z. abitava da giovane, vicina dei Neuhaus) oppure a Kiev, oppure a Kodzory. Sono i miei ricordi migliori, talmente d'oro che non mi hanno lasciato e che non fanno ancora parte del passato: sono quelle scene e pagine della vita, pura, sonora, impareggiabile, per le quali ho vissuto e vivo tutto il resto del tempo, prima e dopo di loro. Talvolta arriva della gente, Šura con Irina e Garrik con Miliza, e Richter esegue lo Studio oppure il Quarto Scherzo, proprio quelli che tu suonavi al ritorno dal Caucaso: tutto si ripresenta dinnanzi a me con tale triste e nuovamente nobilitata vivacità, che mi acceca la nostalgia, e mi viene un'enorme voglia che tutto diventi te, e che non ci sia niente di estraneo che mi impedisca di conoscerti e ricordarti, ed essere occupato solo da te. Angelo mio caro, ti bacio, ti ricordi ogni tanto di me? [...] Adik (Adrian, il figlio ammalato di TBC  che morirà nel 1945) ultimamente è migliorato moltissimo, è allegro, mangia per tre persone, sta guarendo, ti scrive (e probabilmente tu ricevi le sue lettere con un ritardo di un mese e mezzo). Non soltanto non provava alcuna amarezza nei confronti delle circostanze della tua partenza, ma al contrario si meravigliava di come tu ed io, almeno nei pensieri, fossimo pronti a spedire Lenjusja senza di Te, con Stasik (Stanislav viveva dagl'anni '30 con i Pasternak, poi con la madre Z. a Čistopol dove furono in seguito raggiunti da B.P.), che secondo le sue parole scherzose è più piccolo di Lënja.(Leonid Pasternak, il figlio minore) [...] >> 


Da "In memoria di Stanislav Neuhaus" a cura di Valerij Voskobojnikov. Edizioni Accademia Musicale Chigiana 1991.

Nota: Heinrich Neuhaus sposò in prime nozze Zinaida, poi moglie di Pasternak. In seguito sposò Miliza Borodkina, madre di Miliza Neuhaus. In terze nozze ci fu Silvia Fëdorovna Eichinger, di origine svizzera.


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Gennadi Tsipin Evaluates Richter's playing

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Concludendosi il Centenario della Nascita di Sviatoslav Richter

Richter is not afraid of silence: rests are no less meaningful than notes and chords

Gennadi Tsipin Evaluates Richter's playing



by Gennadi Tsipin and translated by Beatrice Frank

Richter's art is that of powerfull performing passion. There are many performers whose playing caresses the ear, pleases with elegant honing of pictures, with the pleasantry of tonal colors. Richter's playing staggers or else stuns the listener, leading him out of the customary sphere of sensations agitating him to the depths of his soul. This pianist's interpretations stunned listeners when he played Liszt's "Transcendental Etudes," Brahms's Second Concerto, the Tschaikovsky First, Schubert's Der Wanderer, Pictures at an Exhibition by Mussorgsky, or any number of works by Bach, Schumann, Franck, Scriabin, Rachmaninoff, Prokofiev, Szymanowski, or Bartok. From habitues at Richter concerts one might sometimes hear that they had a strange experience, a condition not altogether unusual at performances by this pianist. Music long well- known now appears as if enlarged, expanded in scale. All now becomes more monumental, more significant. Andrei Byeli once said that people who listen to music have an opportunity to experience that which giants feel and experience; in the Richter auditorium these sensations that this poet had  in mind are well-known. . . . One characteristic of Richter's performing art is the repudiation of anything outwardly garish or pretentious; in the 1970s and 80s this tendency reached its peak. Everything that might divert the public from what was basic and most important in the music by focusing attention on the performer and not on what was being played was discarded. . . . People who know Richter well speak of his modesty and his unselfish attitude toward those around him, to life, and to music. For several decades Richter has unceasingly forged ahead. He moves, it would seem, lightly and inspiredly, to the matter at hand. He rigorously pursues his never-ending, super-human work. Over the years this has changed very little. Richter believes that with age one should not diminish but increase the creative load and elevate one's goal- for performance. . . . A distinctive mark of Richter's work is precise inner organization. As those around him know, Richter is incompatible with any manifestation of carelessness or slipshod attitude towards his work, and inherently does not suffer anything that might be done any way. Heinrich Gustavovich Neuhaus recounted his first meeting with Richter: "A student suggested that I hear a young person from Odessa who wished to enter my class at the Conservatory. 'Has he completed music school?' I asked. 'No, he hasn't studied anywhere.' I must confess that this reply puzzled me somewhat. A person who had not had a music education was planning to enter the Conservatory. It should be interesting to see this bold spirit. And so he came. A tall, slight youth, with light hair, blue eyes and a lively, marvelously attractive face. He sat down at the piano, placed his large, soft, nervous fingers on the keyboard and began to play. "He played very restrainedly, I would say, even extremely simply and strictly. His performance immediately captured me with a kind of marvelous penetration into the music. I whispered to my student: 'In my opinion he is a brilliant musician.' After the Beethoven Sonata #28 the youth played a number of his own pieces and read some at sight and all those present wished he would stay and play. . . . From that day on Sviatoslav Richter became my student. . . ." 

— An excerpt from Portraits of Soviet Pianists by Gennadi Tsipin. Gennadi Tsipin teaches piano and lectures on performance and pedagogy at the Moscow University. Tsipin performs , teaches , and has written more than 20 books and many articles on musical subjects . Beatrice Frank, a performer and teacher in the Washington, D.C. area, studied at the Moscow Conservatory for almost three years. CLAVIER 1996.


Richter is not afraid of silence: rests are no less meaningful than notes and chords.
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 Hindemith, Reger, Richard Strauss, and Gershwin. He is not an admirer of atonal music and plays only a few pieces by Alban Berg. The pianist plays extensively the Russian piano repertoire, performing works by Glinka, Mussorgsky, Tschaikovsky, Rimsky-Korsakov, Glazunov, Scriabin, Stravinsky, Rachmaninoff, Prokofiev, Miaskovsky, and Shostakovich. Richter started to make recordings in make recordings in 1948, and up to now has produced more than any other pianist. While Horowitz and Gould preferred to record in a studio, Richter likes to record live during his performances. In the 1970s Richter's recordings of well-known Schubert sonatas were a revelation with their unpretentious lyricism taking on the character of deep philosophical meditation. His rhythmical precision and incredible ability to unify what some called incoherent music, gave these sonatas structural unity. In February, 1958 Richter recorded Mussorgsky's Pictures at an Exhibition, a work that shows a mature pianist at his best with poetry, humor, and the grotesque in music, as well as heroic power. Despite technical imperfections, the recording won several international awards and was a bestseller for years. Sviatoslav Richter championed Tchaikovsky's piano music, recording the Piano Concerto #1, The Seasons, numerous miniatures, and the rarely performed Sonata in G Major. His recordings of Rachmaninoff include the Piano Concertos #1 and 2, Preludes, and Etudes-Tableaux, which he enriches with passion, energy, and vigor. His unconventional interpretation of the Rachmaninoff Piano Concerto #2 includes both first and second movements played much slower than all other performers, including the composer himself. The spectrum of his emotions is brighter than that of Rachmaninoff, and a sense of serene pathos prevails over tragedy. Richter is one of the best interpreters of Prokofiev, with recordings of Sonatas #7, 8, and 9 and Piano Concertos #1 and 3. The tremendous energy, virtuosity, long melodic lines, and lyricism that a pianist should have to perform Prokofiev's music are compatible with Richter's artistic temperament. Music critics characterize Richter's performing style as a perfect balance between glaring emotions and refined intellectualism. In his early years he sometimes played with a wild expressiveness, but his latest concerts are more balanced and his interpretations philosophical in nature. All unconventional, Richter's interpretations stem from his commitment to the score and not from musical eccentricity. He avoids the well-established cliches and tries to discover new musical facets, even among the warhorses of the repertoire, , for phrasing, pedaling, and counterpoint. Richter has said: "I do not like the musical analysis that kills your fantasy, and as such is an enemy of the art. Let us stop talking about music; let music express itself." Richter is completely absorbed in a piece of music and possesses the rare ability to maintain the emotional tension throughout lengthy slow movements and bravura passages. He is not afraid of silence: rests are no less meaningful than notes and chords.



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Sviatoslav Richter and Nina Dorliak in Bucharest (1956)

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Concludendosi il Centenario della Nascita di Sviatoslav Richter

SviatoslavRichterand Nina DorliakinBucharest


- 1956? -

The famous Soviet pianist Sviatoslav Richter and his wife soprano singer Nina Dorliak gave several concerts in Bucharest. Although on his first visit to Rumania, Richter was already known to the Rumanian public from his recorded concerts broadcast by the Rumanian radio. The Soviet pianist played with the "George Enescu" Philharmonic Orchestra the second concerto for piano and orchestra by Brahms. "In Richter, an extraordinary vitality and a refined sensibility, wonderfully blend with a great intelligence that equilibrates the tempestuous feeling, subordinating it to the idea", a music critic wrote on this occasion. Sviatoslav Richter also gave two recitals. The programme included works by Schubert, Schumann, Mussorgski and Liszt. Nina Dorliak gave a recital accompanied by Richter. She sang pieces by Mussorgski, Debussy, De Falla, Prokofieff and Weekerlin. The concerts and recitals given by the two Soviet artists were a great success.


In "Rumania" 1956 (or 1958?), photo : other source.


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Disegni di Aleksandr Andreevič Livanov

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Si conclude il Centenario della Nascita di Sviatoslav Richter.
(Il Blog ha dedicato all'evento 168 post)

Disegni di Aleksandr Andreevič  L i v a n o v
(1938)

Serate di Dicembre. Puškin Museum of Fine Arts 
1985-'87


Richter


Violinista

Quartetto Borodin
CONCLUSIONI
  Si conclude così il Centenario della Nascita di Sviatoslav Richter. Sviatoslav Richter è stato celebrato in tutto il pianeta, con concerti, conferenze e molte iniziative. Alcune etichette discografiche si sono distinte tra le solite cose già edite o assemblate per l'occasione, segnatamente la RCA Columbia/Sony e ancora la Melodyia, che hanno messo sul mercato registrazioni di valore storico inestimabile (la 'major' russa ha pubblicato una meravigliosa edizione limitata di ben 50 cd, di cui presto scriveremo nel blog). Voglio ricordare che - per quanto riguarda l'Italia - a febbraio Valerij Voskobojnikov ha organizzato, con inimitabile cura e passione, una serata musicale in cui Natalja Gutman ed Elisso Virsaladze - amiche personali di Valerij - hanno suonato a RAI RADIO Tre un magnifico Beethoven e un meno noto Mendelssohn; più recentemente, V.V. è tornato alla radio curando un ciclo di cinque trasmissioni per l'emittente Vaticana dal titolo 'Sviatoslav Richter a Palazzo Pio', assieme al Maestro Morelli. Uno splendido omaggio che mi auguro venga presto riproposto. Ancora, Giorgio Ceccarelli Paxton con Paola Pegan e Lidia Baldecchi Arcuri hanno lasciato un ricordo attorno alla figura del Maestro, organizzando incontri con ascolti audio e video. Milena Borromeoè stata ospite di AndreaOttonello a RAI RADIO Tre in occasione dell'uscita dell'edizione italiana del libro 'Scritti e conversazioni' di Richter - Monsaingeon, rievocando dei bei ricordi ed il contesto dal quale è nato poi l'interesse dell'editore de Il Saggiatore per i Diari.
   Ad est della nostra penisola, in Ucraina ed in Russia, molto hanno fatto Yuri Bochonoff - grande conoscitore di Richter, il matemaico ucraino è intervenuto nel film 'Ostrova' e in molte conferenze, tra le quali una in cui ha partecipato anche il cineasta BrunoMonsaingeon - nonché il Museo Statale delle belle Arti Puškin, con mostre e concerti. Molti artisti hanno omaggiato Sviatoslav Richter in Europa, oltre a Gutman e a Virsaladze (dei concerti anche per le Serate Musicali, poi a Mosca e Kiev), anche Yurij Bashmet, Temirkanov ed altri. Dicevo, molto è stato fatto ma aggiungo anche che forse si poteva fare di più. Sono stati molti gli 'illustri assenti', ahimè proprio coloro che avrebbero dovuto o potuto fare: sottendo fantomatiche Fondazioni o eredi, come pure coloro i quali vantavano un stretto legame con Richter. Da parte nostra, del Blog, un piccolo contributo per il Centenario è stato fatto e vorrei veramente ringraziare tutti voi, per il grande sostegno che mi avete dato e per avermi spinto alla continua ricerca, alla cura di un sito web che ha raggiunto oramai le 595.000 pagine sfogliate e che mai avrei immaginato; quasi 1000 post, dei quali 168 hanno ricordato il Centenario di quest'anno. Forse a Richter non sarebbe piaciuto tutto questo 'brusio', ma in fondo in fondo se il 'suo'"Silentium" (Tjutčev) l'ho sentito molte, molte volte dentro di me, non ho potuto però "tacere"...
(..) Può palesarsi il cuore mai? Un altro potrà mai capirti? Intenderà di che tu vivi? Pensiero espresso è già menzogna (..)
  Corrado Grandis


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Earl Wild (Quote, 1997)

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In memory

E a r l   W i l d 
(26 Nov.1915 - 23 Jan. 2010)

Pianist




Earl Wild, Richter's contemporary (they were both born in 1915), spoke with us about Richter's legacy.


"I first heard Sviatoslav Richter at Carnegie Hall on October 23, 1960, where he played an all Prokofiev program. It was simply stunning. He played with great conviction — with poetry and sensitivity, limitless technique enhanced by a feeling for bravura, and an understanding of Prokofiev's temperament. It was one of the rare times that I heard the Sonatas [he played the sixth and eighth at that recital] presented with total authority. Being his first tour of the States, he mentioned to a friend of mine, 'At my age, the strain of making my debut in the United States is almost unbearable.' I consider it a great privilege to have heard him in live performances, and I'm very grateful for the enduring legacy he gave the music world with his many recordings. He was an original!"


PIANO&KEYBOARD 1997, from Richter the Idol by Marina and Victor Ledin





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"I am omnivorous animal" (quotes)

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Tours 1985. AKG

Sviatoslav Richter 

"I am an omnivorous animal, and there is much that I want to play. Not because I'm vain or unstable, but simply because there is a lot of  music that I love, and the urge to communicate all that I love to my audience never leaves me."


🌟 Dmitri Šostakovič, "Sviatoslav Richter is an extraordinary
phenomenon. The enormity of his talent staggers and enraptures. All the phenomena of musical art are accessible to him, from most intimate lyricism to grandiose pathos ... but Richter never stops at what has been achieved, never rests on his laurels. He is continuously moving ahead."

🌟 Eteri Andjaparidze, pianist. "Richter was an enormous influence on all of us studying in Russia. His depth of understanding and ability to penetrate the most difficult of music made him a truly phenomenal inspiration. Listening to him was always a cathartic experience ... he felt the very essence of music. . . . You might even say that Richter was music itself!"

PIANO & KEYBOARD 1997



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Marina Vlady et Vladimir Vysockij

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M a r i n a  V l a d y
(actrice, n.1938)


J'ai connu Richter à Paris chez ma sœur Odile Versois, son amie intime et sa grande admiratrice depuis de longues années...



Vladimir Vysockij et Marina Vlady. PHOTO V.PLOTNIKOV


(Vladimir ou le vol arrêté, Fayard Edit. 1987)

...Tu (Vladimir) as une passion secrète pour un homme que j'admire moi-même profondément. Je la découvre un jour où, rayonnant, tu m'annonces que Sviatoslav Richter nous attend pour le thé...









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USA 1960: The Bilboard "Richter debut draws ovation"

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The Bilboard

USA1960
Richterdebutdraws ovation


THE BILBOARD, NOVEMBER 21, 1960: FIRST AMERICAN RECORDING

"Tremendous is the word for this product... tremendous in power, tremendous in reproductive scope which takes the measure of Richter's pianism. Better than any previous reproduction"— Saturday Review


THE BILBOARD: OCTOBER 24, 1960
CONCERT REVIEWS RICHTER DEBUT DRAWS OVATION

— Based on his premiere concert in New York, at which the audience all but blew down the walls of old Carnegie Hall with the force of its ovation, Soviet pianist Sviatoslav Richter is about to become the most talked-of classical artist in the world. 





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Natalja Žuravlëva, "amava Pasolini, Visconti.."

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Post n. 1000

In Memoriam Pierre Boulez
1925 - 2016

Ieri è scomparso il grandissimo Pierre Boulez. Il compositore, direttore e saggista parigino aveva 90 anni. Con Richter ci fu grande stima reciproca: il compositore francese diceva che la personalità di Richter era "più grande delle stesse possibilità che il pianoforte gli offriva, più ampia del concetto stesso di completa maestria dello strumento", mentre Richter ammirava molto Boulez direttore e compositore, opere quali 'Domaines' per clarinetto, "Le marteau sans maître" (nei Diari scrive 'non è impossibile che sia un capolavoro'), ma soprattutto "Cummings ist der Dichter"



Jeanne Moreau, 1970

N a t a l j a    Ž u r a v l ë v a
(Richter) ... ammirava Pasolini, Visconti



Brano tratto da 'Maestro, di Natalja Žuravlëva (cara amica e attrice, figlia di Dmitrij Žuravlëv)

[..] 

A causa delle sue tournée all'estero Maestro vide molti grandi film, molto prima di noi. Di questi ne parlava con entusiasmo. Da lui, sentii parlare per la prima volta di Fellini e Giulietta Masina. Per esempio, mi raccontò in modo sorprendente de "La strada". Così in seguito, quando lo vidi ebbi la sensazione non mi fosse nuovo. 
E Orphée, di Jean Cocteau con Marais e Maria Casarès. Egli ammirava Pasolini, Visconti, Marlon Brando, Jeanne Moreau, Romy Schneider, Trintignant. Guardare un film per lui era affare molto serio - era sempre in empatia con ciò che accadeva, come un bambino. E il cinema, sembrava fosse creato per Richter.(..) 
Mi ricordo che guardammo a casa un film molto buono, tratto da un romanzo di Jean Genet, con Jeanne Moreau. Tuttavia, c'erano molte scene esplicite. E Maestro mi disse: 
- No, io non posso guardarlo con te,  sono imbarazzato. 
- Andiamo, zio Slava, sono una signora, anche un po' pazzerella! Sono già sposata da molti anni!  
- Va bene, d'accordo - acconsentì -, vorrà dire che in 'certi momenti' ti chiuderò gl'occhi. 
Così iniziò il film, mentre già mi aspettavo cosa stava per accadere. E poi, scivolò sui miei occhi - "Ops"! Mentre io stavo seduta e pensavo, "Come! Ma quanti sono 'certi momenti'..."

[..]

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D.Rabinovič on 'Preludes and Fugues' by Šostakovič

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D a v i d R a b i n o v i č
(On Twenty-Four Preludes and Fugues op.87, D.S.)




(..)

His first plan had been to write something in the nature of technical exercises in the polyphonic genre for the purpose of perfecting his own skill. Later he decided to extend the plan and wrote a cycle similar to Bach's Wohltemperiertes Clavier. Shostakovich warned his listeners that he did not regard his collectionas a single composition but as a series of separate pieces of similar genre not connected by any common idea.  In order to appreciate the extreme modesty of this statement it will be sufficient to quote from what a critic said of these Preludes and Fugues when they were performed by the Soviet pianist Svyatoslav Richter  (AUDIO)

"They dropped like precious stones from Richter's fingers, sparkling with all the colours of the rainbow"

There had been fugues in Shostakovich's work before; I will recall only the beautifully expressive fugue in the Piano Quintet. He does not attempt the stylization of this ancient musical form; here, too, he avoids the aesthete's gluttonous enjoyment of the archaic. The novelty of the Preludes and Fugues (op. 87) is in their melodic bonds with Russian folk songs, sometimes direct and sometimes through Mussorgsky; there is novelty in the dynamics of many of them, dynamics that composers of Bach's time knew nothing about; there is novelty in the variety of the emotional content of the various pieces where we meet with epic majesty and stormy fervour, inspired elegy and racy brilliance, song themes and measured dance themes. The language of the cycle is, furthermore, typical of the later Shostakovich and speaks of the tremendous initiative displayed by the composer in putting his plan into effect. The cycle of Twenty-Four Preludes and Fugues was an important step  towards the elaboration of Shostakovich's own bright, bold, original piano style. The next step was the Concertino for Two Pianos (op. 94, 1953) which appeared two years later.

(..)

DAVID ABRAMOVICH RABINOVICH 
(From: 'DIMITRI SHOSTAKOVICH, COMPOSER'. Foreign languages Pub. House, 1959)


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Richter sul Recital di Michelangeli a Tours, 1970

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Tours, 1970
Una citazione (riportata) di Richtersu 
Arturo   Benedetti   Michelangeli

Fotografia di Suzie Maeder. LEBRECHT COLLECTION


«Non è stato un concerto, bensì il monumento a Beethoven; nessuno di noi pianisti arriverà mai all'altezza di Michelangeli»
(Sviatoslav Richter, TOURS 1970)



Da "SEI CONCERTI NEL GRANAIO". Di MYA TANNENBAUM

TOURS. All'inizio era stato un colpo di fulmine: magica integrazione fra personaggio e paesaggio. Sviatoslav Richter. il più celebre pianista sovietico, si era lasciato fotografare sui prati. Il russo in primo piano, con le spighe intorno; il russo di profilo, e i violacei vini locali sullo sfondo. « Il mio festival nascerà qui, disse, en Touraine ». E il fumettone poetico prese l'avvio, sostenuto dal sindaco e da un comitato direttivo: quattordici volontari agli ordini di Richter. Un paio di medici, un architetto, le rispettive mogli, la direttrice dell'ufficio turistico di Tours, una dama dal nome olandese, suo marito, discendente dell'inventore di un metodo di solfeggio assai diffuso. « Il nostro festival », disse il dottor Le Chevallier, vicepresidente del comitato « sarà allegro come una festa ». Un festival fatto per gioco, Fêtes Musicales, appunto. Al centro di Tours, i ruderi precristiani e romani (..)

Da quel momento Pierre Boille, l'architetto che ama le cadenti mura medioevali della città vecchia, l'uomo che ha stimolato negli abitanti dei quartieri più antichi, sentimenti di conservazione (un desiderio nuovo di restituire anima e corpo alle pietre lebbrose) Boille, insomma, decise di scovare la sede adatta per il festival di Richter. Inchiodato al suo cantiere di restauratore, Boille pensava ad una sala antica, sì, ma incontaminata dalla storia. Visitò il priorato di St. Cosme e lo escluse. C'era la chiesa dello IX secolo, fondata dai canonici regolari di S. Martino di Tours, divelta al passaggio della rivoluzione; eppoi l'immenso refettorio,  leso, ma salvo. Intatto l'angolo di lettura: una specie di podio (musicale) in puro stile romanico. Ma c'erano anche gli otto anni dell'eretico Bérenger, gli ultimi venti del poeta Ronsard, trascorsi nella casetta del priore: una folla di fantasmi, che Richter non avrebbe saputo cancellare. Visitò il castello rinascimentale di Azay-le-Rideau: ovunque incisa, dipinta, scolpita, la salamandra di Francesco I. Escluso. Visitò il palazzo cinquecentesco di Saché; Balzac visse e lavorò qui, per lungo tempo. Balzac più Richter, escluso. Visitò il castello trionfante di Chenonceaux; ma Enrico II, Diane de Poitiers, Caterina de' Medici, Enrico IV, Voltaire, Rousseau lo scacciarono in fretta. Escluso. Infine, capitò per caso a Meslav, antica fattoria costruita nel 1220 dai frati di Marmoutier. Il fienile, lungo 60 metri largo 25, sostenuto da alte travi di quercia che lo suddividono in cinque navate, sembrava una chiesa. « Nel medioevo le case erano simili a chiese », dice Boille. Ora le chiese sono come case. L'acustica si rivelò perfetta. Così dal 1964, il proprietario di Meslay cede per qualche giorno la fattoria a Richter. Il fienile si trasforma in sala da concerto, conservando intatte le amabili imperfezioni, la felicità rurale, il profumo secolare del fieno ed anche il rigore di una linea romanica. Sei giorni di musica e via l'erba accatastata, le zappe, le falci acuminate, le provviste di mangime, i nidi di rondini. 

Le Fêtes del '70, suddivise in due week- end, sono state inaugurate dall'orchestra da camera della Filarmonica di Varsavia: 16 giovanissimi solisti, legati dalla presenza autorevole del primo violino, Karol Teutsch e da uno straordinario senso del ritmo. L'indomani, l'Ensemble vocal et instrumental de Lausanne, diretto da Michel Corboz, ha eseguito lo "Orfeo" di Claudio Monteverdi; notata fra le voci soliste quella di Claudine Perret, mezzosoprano. Il terzo giorno, la fattoria ha cospitato una serata che le avrebbero invidiato la Filarmonica del Lincoln Center e il teatro alla Scala. Il folto pubblico, accorso nel fienile da Washington, New York, Berlino, Praga, Roma, Londra, Ginevra e Parigi , ha potuto assistere ad una scena curiosa. Sviatoslav Richter, seduto in prima fila, ascoltava rapito; al pianoforte, Arturo Benedetti Michelangeli aggrediva, carezzava, blandiva, trasfigurava le Sonate di Beethoven. La pioggia picchiava fitto sulle antiche tegole dell'edificio, accrescendo l'incanto. Alla fine. il commento di Richter: «Non è stato un concerto, bensì il monumento a Beethoven; nessuno di noi pianisti arriverà mai all'altezza di Michelangeli»Il venerdì del secondo weekend, serata divisa tra passato e presente. Nella prima parte, il "Magnificat” di Gabrieli e "Cris” di Chana, con Marcel Couraud ed i solisti del coro dell'Ortf; nella seconda, Bartók e Berg con il Quartetto Parrenin; nella terza, ancora Couraud, Messiaen e Xenakis, ascoltati a Venezia nel 1968. Il sabato, l' intramontabile Elisabeth Schwarzkopf. La domenica, il titolare della Festa: Richter. Ed il singolare personaggio che teme più la noia che non l'imperfezione, ha toccato la chiave giusta con le 33 Variazioni di Beethoven su di un valzer di Diabelli. 

MYA TANNENBAUM

L'ESPRESSO COLORE, 1970


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Richter alla Società dei Concerti di Trieste (1977)

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R i c h t e r alla Società dei Concerti di  Trieste
(31 Ottobre 1977, Teatro Politeama Rossetti)




Da TRIESTE - Prestigiosa apertura beethoveniana alla Società dei Concerti.

[..]

Al giovanile Beethoven ha invece dedicato il suo memorabile concerto, Sviatoslav Richter, interprete delle Sonate Op. 2 n. 1, Op. 10 n. 3, Op. 22 e Op. 26. Filtrata dalle sonorità fin troppo soffici del suo strumento, la poetica di Richter sembrava proiettarsi ben al di là della svolta storica del 1800 (il quasi protoromantico «preludio» dell'Adagio dell'Op. 22) percorrendo tutto il futuro di quella musica in uno sfuggente soliloquio poetico; un filo estetico che passava fra i recessi lirici di Beethoven,  contemplati in assorta solitudine: dall'Adagio o dalla « tinta » notturna del Minuetto della Prima Sonata, al Largo dell'Op. 10 n. 3 (certamente una delle emozioni più intense della serata) fino alla «marcia funebre» dell'Op. 26. L'estrema trasfigurazione di un fraseggio tutto spiritualizzato, la sua agogica sapiente, il suo tocco incorporeo ed insuperabile, pur esterni  all'architettura beethoveniana dominata, per esempio, da un Gilels, coglievano sempre il segno occulto di una poesia aerea, fuori del tempo; al di là di ogni schema razionale.

Nuova rivista musicale italiana, 1977



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Richter and technical problems? (Berman)

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Richter and technical problems?
“I never gave up a piece if it did not come out as I wanted it to. I went on working at it until I mastered it.” (Richter)
Lazar Berman


M.Z. - Richter and technical problems? Is it possible to speak of technical hardships as applied to the pianist whom many critics hold to be the first virtuoso of our time?

L.B. - In order to answer this question let's turn to the years of the pianist's youth. As
he himself has said, his study of the piano began rather late, when he was about nine years old. And those were not “studies” as such in the strict sense of the word. He used to inflate the motor bellows for his father who was an organist, and play some musical games, which undoubtedly developed his imagination and fantasy and allowed him in the future to treat music and studies, playfully. But there was no system to his studies; neither was there any technical drill. Very soon his studies were left entirely to drift. It is most likely that he never played scales regularly; neither is he likely to know from his own experience what the three steps of Czerny Etudes are, or any other instructive literature. Certainly, Richter's Conservatory tutor Heinrich Neuhaus did not go in for perfecting his technique. True, Richter was endowed with unique technical capabilities. But that still could not allow him to forever avoid concrete technical problems which he had to solve by himself. That must be the reason this method evolved— when encountering some difficult, to take it by storm. But what hard labor it demanded! And he has become the Richter who ravished the whole world because he represents in himself an example of rare industry. That is why he succeeded in overcoming all the hurdles even when it did not come easy to him. “Failures never dismayed me,” Richter remembered of the years of his youth. “I never gave up a piece if it did not come out as I wanted it to. I went on working at it until I mastered it.” 

Richter has never taught at any educational institution, devoting himself instead entirely to performing. The exceptions are the rare  consultations he gave some pianists at their request. Lazar Berman recalls that in the mid-50's he asked Richter to advise him on the performance of the Eighth Sonata of Prokofiev.

 “Richter is not a pedagogue. Had he been a pedagogue we would have probably met several times and worked for an hour or an hour and a half. We met only once. Our meeting lasted for five hours. And after that I played the Prokofiev Sonata so that it is still one of the best compositions in my repertory. He simply “bared” it to me, despite the fact that when I was going to consult him I believed it was almost ready and I understood everything in it.” 


from "Russia's great modern pianists"
by Dr. Mark Zilberquit (марк александрович зильберквит)

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Paustovskij cita Richter in "La plaine sous la neige", 1933

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UNA CURIOSITÀ
Konstantin Paustovskij cita Richter
in un suo racconto del 1933

Odessa. Il diciottenne Sviatoslav Richter attira l'attenzione di uno scrittore che diverrà tra i più importanti del '900



Qui sotto il passo tratto da un racconto tradotto in francese e parte della raccolta "Charles Lonceville et autres histoires', pubblicata in Francia nel 1969 da Gallimard, un anno dopo la morte di Paustovskij. Ho riportato in grassetto alcune singolari "analogie" del racconto del pianista-compositore con le future vicende biografiche di Richter.

1933 : "Le destin de Charles Lonceville et autres histoires" récit historique, Gallimard, 1969 - 307 pagine
"La plaine sous la neige"
   Dès le crépuscule, il se mit à neiger et, la nuit venue, une neige poudreuse recouvrait la plaine. L'Océan poussait vers la grève de longs rouleaux de vagues. Celles-ci bruissaient sans répit— des mois, des années — et Allan s'était si bien accoutumé à ce bruit qu'il ne le remarquait plus. Tout au contraire, ce fut le silence environnant qui le stupéfia. Il lui sembla que le silence et la neige étaient tombés sur la terre ensemble. La neige froide, les vitres noires des fenêtres reflétant une bougie. Sans doute envoyait-on la flamme du large où les vagues malmenaient quelque lourde barque. Aussi les pêcheurs, les yeux tournés vers cette faible clarté, devaient-ils rêver à une marmite bouillante et à un lit sec. Allan eut un sourire désabusé. Ce leurre éternel, cette éternelle naïveté des rêves et des espoirs humains! ...
Pag 274
(..) Bien qu'interloqué par sa question, je lui répondis y avoir assisté, un mois plus tôt, à un récital donné par le pianiste Sviatoslav Richter.  
— C'est que je suis sorti du Conservatoire de Moscou, m'expliqua-t-il. J'ai fait la classe de composition. Lorsque vous serez de retour dans la capitale, ne manquez pas de saluer de ma part la Grande Salle et notre orgue si fameux. Je vous le demande instamment!  
— Y a-t-il longtemps que vous avez quitté Moscou?  
— Sept ans, me répondit-il et il enchaîna : Vous êtes-vous déjà demandé combien il y a de pianos droits et de pianos à queue dans ce qu'on a elle les  «centres communaux» de l'arrondissemente de Vélikolouki? Dans les Foyers culturels des kolkhoze et dans une bourgade telle que cette Opotchka bénie des dieux ?
Perplexe une fois de plus, je lui répondis par la négative, ce détail n'ayant pas retenu mon attention. 
— Vous voyez bien! se récria le compositeur sur un ton navré. Et pourtant il y en a peu, scandaleusement peu. 
Un homme en veste de toile capitonnée entra dans le hall. Il répandait une violente odeur d'essence. Sans doute était-il chauffeur de camion. 
— Pépère, dit-il au musicien, venez, on va aller dîner à la cantine. J'ai de quoi aujourd'hui. On se payera un gueuleton. 
— Merci, mon ami! Mais vraiment je ne peux pas. J'ai un concert à donner dans deux heures à l'École municipale. Je dois y jouer du Tchaïkovski et du Chostakovitch. 
Il se tourna de nouveau vers moi. 
— Sept ans! s'exclama-t-il en me prenant par la manche de mon pardessus dans un geste de confiance. En sept années, j'ai parcouru tout le Nord de la Russie et à présent e fais le tour de l'arrondissement de Vélikolouki. Je donne des concerts dans des villages et dans des petites villes. J 'aurais pu vivre à Moscou et peut-être même connaître une certaine réussite comme bon nombre de mes camarades. En effet, je suis un homme seul et je n'ai pas besoin de grand-chose. Comme l'a formulé un poète : « Un croûton de pain avec un bol de lait, et puis ce ciel avec ses nuages », me suffiraient. Mais, comme vous pouvez le constater, je préfère errer de ville en ville afin d'y faire de la musique. Et en réalité, pour des sommes dérisoires.
[..]

Константин Георгиевич Паустовский, 1892-1968
«Судьба Шарля Лонсевиля» — 1933 года. Солотче



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