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Dai "Diari" di
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J a k o v I s a a k o v i č M i l s t e i n
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Concerto di S. Richter. Chopin e Skrjabin.
(In questo concerto avvenuto nella Sala Grande del Conservatorio sono state eseguite le seguenti opere: Chopin “Variations brillantes” in Si bemolle maggiore, op.12; Notturni sol minore op.15, Sol maggiore op.37; le Mazurke: Do maggiore op.7, La bemolle maggiore op. 24, do diesis minore op.63, Valzer mi minore, op.Posth.; Scherzo Mi maggiore op.54; Skrjabin: Fantasia si minore op. 28; 12 Preludi dagli орus 13, 37, 39, 59, 74; Poema Fa diesis maggiore op.32; Sonata № 5. Bis: Liszt “Aux cyprès de la Villa d'Este”; Chopin Notturno Mi maggiore op.62; Valzer mi minore, op. posth ; Notturno si bemolle minore op.9.)
Prima del concerto l'inaspettata conoscenza di Pasternak. Questi mi avvicinò e mi tese la mano.«Io La conosco. L'ho sentita parlare alla serata in memoria di Igumnov. Parlava bene...» In risposta dissi: «Invece io so molto di Lei... ho letto tanto...». «Dovrei ascoltarla suonare. Ancora non ho sentito come Lei suona...», mi disse ancora. In quel momento fu distratto da una Signora e si allontanò da me.
[Richter suonò] meravigliosamente la Quinta Sonata di Skrjabin.
Dopo il concerto ci siamo avviati verso il ristorante: Slava con Nina, mentre le mogli di Pasternak e di Genrich Gustavovič partirono in automobile, Pasternak, Genrich Gustavovič, io e Ženja ci andammo a piedi. Percorremmo la via Stankevič. Pasternak inizialmente era cupo, parlava chissà perché di “Mozart e Salieri”, parlava in modo molto sottile ed intelligente del contrasto dei due ruoli e di come si dovessero realizzare sul palcoscenico.
Al ristorante trovammo già Slava, Nina ed altri. Fu divertente scegliere il cibo. Poi il discorso cadde su Chopin. Slava disse che adorava questo e quest'altro (in particolare il Notturno in Fa diesis maggiore). Al che seguì la risposta austera di Pasternak: «Perché il notturno in do minore, ma cos'è – uno schifo?». Poi tutto si svolse in un continuo crescendo. Pasternak parlava senza sosta (diceva delle cose comprensibili e non); ci salutammo molto tardi (più precisamente di mattino presto).
Traduzione di Valerij Voskobojnikov