Richter a Khar'kov
La natura turbinosa
di Ninel' Borisovna Liberol'
Edizione “Accordi di amore” [Аккорды любви] Khar'kov 2011, CAM
Traduzione di Valerij Voskobojnikov; note di Giorgio Ceccarelli Paxton.
Ninel' Borisovna Liberol'
La natura turbinosa
di Ninel' Borisovna Liberol'
Edizione “Accordi di amore” [Аккорды любви] Khar'kov 2011, CAM
Traduzione di Valerij Voskobojnikov; note di Giorgio Ceccarelli Paxton.
[Avvertenza: si è reso necessario corredare l’articolo – originato da ricordi personali risalenti a circa sessanta anni fa – di alcune note esplicative sia per riposizionare correttamente alcune date sia per correggere alcune inesattezze nelle citazioni di brani talvolta non appartenenti al repertorio di Sviatoslav Richter]
Tutto ciò che si lega al nome di Richter è immediatamente insolito, fin dal principio. Nei primi anni del dopoguerra, quando la città di Khar'kovsi rialzava dalle rovine e vi rinasceva gradatamente la vita culturale, la Filarmonica in via Sumskaja, al n.10, riaprì le sue porte, a malapena riuscendo ad accontentare tutti coloro che, con sete rinnovata per la vita, la luce e l'arte, volevano ascoltare i loro musicisti preferiti: pianisti, violinisti, cantanti, e anche per conoscere nomi nuovi. In quei giorni da Mosca si vociferava il nome di Sviatoslav Richter. In mezzo al girotondo delle stelle – dei pianisti di prim'ordine, come erano Emil Gilels, Jakov Flier, Vladimir Sofronickij, Lev Oborin, Jakov Zak, Marija Judina, - all'improvviso apparve una “cometa”, che inseguì una propria orbita, sconosciuta e irraggiungibile.
Di lui si raccontavano miracoli! “Ogni settimana – programmi nuovi...” “Le folle degli ascoltatori... Neuhaus--- Non aveva studiato da nessuna parte...Da Odessa...””Non è tanto giovane – ha superato i trenta, ed è soltanto vincitore del Concorso Pansovietico...”
La radio iniziò a trasmettere una serie di concerti di Richter. Davvero, è qualcosa di!.. Dopo la sua esecuzione della Sonata “Patetica” i musicisti non riuscivano a riprendersi - “che ritmo e che natura!” “E Schumann – avete sentito?! - Le Sonata in sol minore e in fa diesis minore! 1]E a pensare che finora quasi nessuno le suonava nei concerti, ritenute troppo “ da camera” o “da scuola”. Invece come le ha suonate lui! E tutto con tale passione e “slancio”! E Bach! Clavicembalo ben temperato. Lo suonano tutti, ma in classe. (“Studiano” tanto per un preludio e fuga). Ma un “tale Bach” non lo hanno mai sentito e non si immaginavano nemmeno che lo si potesse suonare cosi! Ed ecco, finalmente, da noi a Khar'kov per una intera settimana ci sarà Sviatoslav Richter! Siamo nel maggio del 1949 2]. Il programma del primo concerto è dedicato a Beethoven 3]. Ma... una piccola delusione dal primo brano in programma: perché le Variazioni in fa maggiore 4], - sono troppo “da scuola” e noiose. Quasi ogni giorno, appena entri nel Conservatorio, da qualche uditorio arrivano i pezzetti di queste variazioni e persino nella fase del “noioso“ studio sotto le dita dello studente... Ma va bene, non c'è niente da fare, andiamo ad ascoltarli da Richter. Però dopo vengono: la Patetica, Aurora, Appassionata! 5] E sui manifesti successivi – Schumann, Liszt, Chopin, Rachmaninov, Prokof'ev! L'occhio si perde, mentre i soldi del presalario vanno spesi per i biglietti...
Prima della apparizione del pianista sul palco nella sala c'è rumore e la tensione dell'attesa. Ma quando viene annunciato “Sviatoslav Richter!” - non si riesce nemmeno ad osservarlo e salutarlo con gli applausi, che lui esce di corsa e si butta sul pianoforte. Il pubblico non si è ancora calmato, non si è concentrato… quando all'improvviso risuonò questa “campana” ed entrò il coro... Ma che cos'è?.. Il primo accordo della tonica, con il quale si aprono le Variazioni di Beethoven, ma da dove proviene questa sonorità?.. Mentre l'accordo ancora planava nell'aria sempre in alto, in alto! Richter quasi scherzando “abbozza” il tema e si meraviglia da solo (oppure è Beethoven ad essere meravigliato?) - dove sta slittando?
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1] Nel repertorio richteriano è presente, di Robert Schumann, solo la Sonata in sol minore nr. 2 op.22, ma non la Sonata in fa diesis minore nr.1 op.11, .
2] La settimana dei primi concerti di Richter fu in realtà nell’ ottobre del 1949 e precisamente il 22, 23, 24, 26, 27 e 28. Il 24 e il 27 Richter accompagnò Nina Dorliak in un repertorio liederistico.
3] Nel primo concerto (22.X) fu eseguito il Concerto per pianoforte e orchestra di Rimskij-Korsakov. Il riferimento nel testo è al secondo concerto.
4] Si tratta invece delle Variazioni in Mi Bemolle Maggiore sul tema dell’”Eroica” op.35
5] Nel secondo concerto (23.X) dopo le Variazioni op.35 di Beethoven fu eseguita la Sonata op.22 di Schumann e i Quadri di Musorgski. Per inciso – come noto – Richter non eseguì né incise mai la Sonata in Do Maggiore nr.21 op 53 (soprannominata Waldstein o Aurora) di Beethoven.
Sta semplicemente improvvisando: “così, e poi si può fare così?” - e sono corse senza fermata, una dietro all'altra, le variazioni, - lui si butta con gioia e passione - “ho trovato!” Ora – in un'altra tonalità, di altro carattere – o triste, o scherzoso, o grazioso, - oppure “più cupo”, - e non c'è fine della fantasia e dell'improvvisazione! E le Sonate di Beethoven! Lo sanno tutti: Beethoven significa “la lotta contro il destino”, il dramma, l'eroismo, la profondità... E - le difficoltà! Suonare Beethoven non è facile, oltre alla comprensione del “come dev'essere e che cosa dev'essere” 6], necessita una buona preparazione tecnica e semplicemente forza fisica e resistenza. Alcuni, affrontando “la lotta con Beethoven”, non resistono e si ritirano. Heinrich Neuhaus diceva: “Lo studente che conosce due [Chiosa di Valerij: nel testo di Neuhaus “cinque”] Sonate di Beethoven non è lo stesso di quello che ne conosce venticinque!” (delle 32 in totale). In Richter è tutto differente. Le difficoltà tecniche non esistono! Tutto è semplice, severo, ma com'è profondo e significativo; ogni suono, ogni accordo rappresenta la fusione del pensiero e dell'emozione. E che potenza! E lo sta creando subito, adesso; è talmente sprofondato nel mondo beethoveniano che anche gli ascoltatori, ipnotizzati da lui, all'improvviso sentono la voce dell'autore stesso e li si scopre nel suo autentico significato il quadro illimitato della vita e dello spirito eroico di Beethoven!
Quando Richter eseguì il Concerto di Liszt in mi bemolle maggiore (con l'orchestra) 7] gli ascoltatori rimasero completamente sbalorditi dalla forza, dal turbine e dal brio di questa opera infiammata. E' stato qualcosa di indimenticabile! Venne in mente: “Forse cosi suonava Franz Liszt il proprio concerto!” Tutto ciò che suonava Richter sembrava fosse stato eseguito dall'autore stesso, talmente era irresistibile e fresco! Uno dei giorni situati tra un concerto e altro di Richter, improvvisamente venne fuori la possibilità di ascoltare come il pianista studiava da solo.
Al Conservatorio si stavano svolgendo le ultime lezioni prima degli esami e la nostra insegnante di storia della musica russa, Galina Aleksandrovna Tjumeneva, che contemporaneamente occupava il posto di direttore artistico della Filarmonica, una volta, entrando nell'aula, disse: “Oggi studieremo una pagina vivente della storia – a casa mia sta studiando Richter. Preparatevi subito e andiamo”. Il nostro gruppo alla facoltà di teoria e composizione consisteva soltanto in quattro studenti, quel giorno qualcuno era assente e quindi non è stato difficile portare tre persone in casa, attraversare silenziosamente il corridoio e sistemare nella stanza attigua, da dove i suoni del pianoforte si sentivano benissimo.
… Quando siamo entrati nell'appartamento, la musica ormai seguiva come una corrente ininterrotta, e all'inizio era difficile comprendere che cosa fosse: qualcosa di complesso, tempestoso e ben noto, ma... Ah! Sono le figurazioni che accompagnano la parte orchestrale nella quale si percepisce il tema del Concerto di Liszt, che si ripetono più volte; poi Richter bruscamente rallenta tutto e li “smaltisce”, “stende” nel tempo lento. Senza interruzione, all'improvviso, di slancio irrompe il tema principale (l'inizio) della Sonata di Schumann in sol minore, e basta, è già passato, in seguito lo Studio di Chopin, pure non tutto, ma un passo, dopo brillano gli accordi saltellanti del Concerto lisztiano, precisi, ma di qualcosa il pianista non è soddisfatto, lui li ripete nuovamente nel tempo lento, poi ancora più veloce, e senza sosta Debussy, Fuochi d'artificio, pure i passi separati, di nuovo Liszt, ma ormai la Sonata in si minore 8](e non dall'inizio, ma la parte centrale), e così per quattro ore, tutto ciò che abbiamo ascoltato nella stanza accanto, senza pronunciare una parola, ma solo scambiandosi sguardi meravigliati, - la musica non smetteva neanche per un minuto!
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6] Riferimento al “muss es sein?” [“deve essere?”] dicitura che Beethoven iscrisse nel manoscritto all’inizio dell’ultimo movimento del Quartetto per archi n. 16 in Fa maggiore op. 135 (1826)
7] Eseguito il 26.X sotto la direzione di Israel Gusman.
8] La Sonata in si minore di Liszt non fu eseguita durante questo tour a Khar’kov..
Più in avanti leggeremo nel libro di Neuhaus... Ascoltando come Richter suona la Decima Sonata 9] di Skrjabin , egli notò: “Come Le viene bene uno dei passi più difficili – a me non viene così”. Richter rispose ridendo: “Io l'ho studiato per due ore di seguito!”
[Chiosa di Valerij: Neuhaus scrive esattamente: “Quando Svjatoslav Richter mi suonò per la prima volta la Sonata n.9 di Prokof'ev (a lui peraltro dedicata) mi scappò detto che un passaggio molto difficile, polifonico, molto vivace (nel terzo tempo, in tutto una decina di battute), gli “riusciva come si deve”. Richter mi rispose: “Ma questo passo l'ho studiato ininterrottamente per due ore”.].
Assai insolito ed originale è stato il concerto della cantante da camera Nina Dorliak, professore del Conservatorio di Mosca, accompagnata da Richter. Si sapeva che lei fosse la moglie di Richter e che il loro duo artistico attira l'attenzione non solo dei musicisti ma di tutto il vasto pubblico fin dalla sua nascita nel 194610].
Di Nina Dorliak si scriveva sui giornali che lei era nata e cresciuta in una famiglia insolita. Suo nonno era un guascone di Tolosa, che si era trasferito in Russia cento anni prima, si era sposato, assicurando al figlio un'ottima istruzione, con l’apprendimento delle lingue europee. Inoltre, suo figlio (il padre di Nina) amava e conosceva bene la musica, e poi aveva sposato la cantante Ksenija Nikolaevna, che da giovane cantò nel Grand-Opéra di Parigi, oltre che nei teatri di Berlino e di Vienna. In seguito era stata invitata ad insegnare l'arte vocale presso il Conservatorio di Pietroburgo.
Fin dall'infanzia Nina studiò la musica al conservatorio (dove esisteva anche un reparto per i più giovani e per i più grandi), ascoltò gli spettacoli d'opera, crebbe nell'ambiente musicale, amava accompagnare i cantanti alle lezioni della madre e poi si mise a studiare il canto anche lei. Più in avanti insieme alla madre si trasferì a Mosca, dove, dopo aver completato gli studi al Conservatorio, rimase presso lo stesso istituto in qualità di insegnante. Ai suoi concerti al Conservatorio nei vari periodi è stata accompagnata da Konstantin Igumnov, Aleksandr Goldenweiser, Marija Judina. Nel suo repertorio c'erano la Cantate di Bach, i Lied di Schumann e di Schubert, le romanze di Glinka, Dargomyžskij, le canzoni di Musorgskij. E da quando il suo costante accompagnatore divenne Sviatoslav Richter, - il repertorio si allargò e si arricchì delle Arie di Mozart, delle romanze di Liszt, Debussy e Ravel, più tardi di Čajkovskij e di Rachmaninov, Mjaskovskij e Prokof'ev.
La voce della cantante non si distingueva per la grande forza, ma la sua cristallina purezza, il timbro d'argento, e soprattutto la sua sincera cordialità e la verità dei sentimenti, unita all'accompagnamento straordinariamente espressivo e emozionato di Richter, - conquistavano e affascinavano gli ascoltatori. Sono stati eseguiti i Lied di Schumann dal ciclo Amore e vita di donna, di Schubert – La Trota, Serenata, Ninnananna, Ave Maria. Schumann e Schubert venivano cantati in lingua tedesca. Le Bergerettes di Weckerlin, queste raffinate ed originali composizioni, cantate in francese, come anche Liszt, Debussy e Ravel. Nella seconda parte vennero eseguite opere russe, le romanze di Glinka – Ricordo l'istante magico, Nel mio sangue bolle il desiderio, La romanza del cavaliere, di Dargomyžskij – la splendidamente raffinata Romanza spagnola, Sierra-Nevada vestiva dalla nebbia (come risuonava questo “Neva-a-a-a-da!”, quasi come le nacchere). 11]
Gli ascoltatori furono infinitamente conquistati ed affascinati dall'esecuzione del Brutto anatroccolo di Prokof'ev! Il compositore, mentre creava questa composizione, non sperava nemmeno che qualche cantante azzardasse di presentarlo in pubblico. Egli seguì perfettamente le parole dalla favola di Andersen, esponendo in recitativo il suo contenuto, mentre nell'accompagnamento pianistico, assai eloquente e pittoresco, esprimeva la tempesta dei sentimenti, dei quali si parlava nel testo. Nell'accompagnamento musicale si illustravano anche tutti gli avvenimenti, le avventure, che a malapena non hanno ucciso il giovane cigno, “il brutto anatroccolo”. Prokof'ev dopo Andersen scrisse questo racconto musicale di se stesso e dei giovani talenti che il pubblico – queste “stupide galline” e “tacchini” - inizialmente non riconosce!
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9] Richter non ebbe in repertorio la Sonata nr.10 op.70 di Skrjabin.
10] In realtà il connubio artistico di Richter con la Dorliak iniziò nel 1943.
11] Vi sono alcune inesattezze nella citazione alla rinfusa di questi brani, alcuni dei quali non furono eseguiti in questa occasione. Ritengo inutile esercizio di acribìa puntualizzare le cose esatte e non: quello che importa è il genuino entusiasmo della Liberol’ di fronte alla straordinaria resa concertistica dei due artisti.
Come tutto ciò è stato interpretato da Dorliak e Richter! La sua dizione impeccabile in combinazione con l'emozione e con il tono sincero della narrazione recitata e legata all'accompagnamento espressivo del pianoforte ebbero un’azione magica e suscitarono nel pubblico pietà e tenerezza per questo meraviglioso piccolo “anatroccolo”, talmente offeso e sfortunato... In particolare quel passo nella favola (e il punto culminante nella musica!) dove il lago nel quale egli trovò il temporaneo rifugio, all'improvviso con l'arrivo dell'inverno, cominciò a gelare... Mentre lui disperato continuava a nuotare e nuotare cercando di rompere il ghiaccio. Cosa faceva in questo punto Richter al pianoforte! Questo lago con il ghiaccio tintinnava e rumoreggiava tanto! E c'era tanto orrore nella voce della cantante, e nei passaggi ghiacciati del pianoforte, che a tutti noi venne il freddo e gli occhi si riempirono di lacrime... Il concerto rimase indimenticabile, sia per il programma originale, sia per l'esecuzione irripetibile, altamente artistico e emozionante della magnifica cantante in duo con il grande pianista. Rimase indimenticabile anche l'incontro di Richter con gli studenti del Conservatorio nella stessa giornata. Lui suonò molto e regalò generosamente le scintille del proprio “vulcano” all'uditorio giovanile. Gli Studi di Chopin “bollivano” tra le sue mani, di ciascuno di essi si potrebbe ricordare e scrivere con estasi, ma tra tutti (egli ne suonò almeno sei!) in modo particolare impressionò quello sui tasti neri, il Quinto! La sala del Conservatorio era invasa dalle onde dei Sonetti lisztiani e correva impazzito precipitando sul cavallo “il cavaliere ritardatario” cercando di salvare il figlio Re degli Elfi (Erlkönig). E naturalmente, Rachmaninov! Momenti musicali e Etudes-tableaux.
Richter comunicava con gli studenti non dal palcoscenico ma semplicemente scendendo nella sala e poi passeggiando nel piccolo ma accogliente giardino: il Conservatorio all'epoca si trovava sulla Discesa Bursazkij. Ed è là che uno degli studenti lo ha fotografato in ricordo di questo giorno memorabile. Sulla foto Richter ha trentaquattro anni, è vestito con un semplice giubbotto (“combinato” cucito di due tessuti diversi, come allora lo portavano tutti). Egli è semplice, ma... è molto complesso e di varie facciate. La fronte da filosofo, lo sguardo è diretto verso l'Eternità!
L'ultimo concerto di Richter nel 1949, iniziò con “un'avventura”. Attraverso le strette porte della Filarmonica si erano infilati tutti coloro che avevano i biglietti ed anche quelli senza, e non erano certamente solo tutti quelli che desideravano entrare. Una volta sistemati in qualche modo dentro la sala, all'improvviso tutti percepirono una certa confusione ed angoscia là, sul palco, dietro il muro, - e nella sala penetrò la voce che Richter nell'edificio della Filarmonica non c'era e che lo stavano cercando fin dalla sera precedente – e che si ignorava dove fosse (!)
Ma nessuno abbandonava la sala. Si aspettava... Nessun annuncio per ora; mentre sono già passati ben quaranta minuti dall'orario stabilito per l'inizio del concerto. I “messaggeri” volontari, che ogni tanto penetravano nell'ufficio dell'amministratore che continuamente e con rabbia telefonava da qualche parte; accanto si agitavano Nina Dorliak e il loro amministratore moscovita, - trasmettevano in sala ciò che avevano appreso. Il giorno prima, dopo il concerto, egli aveva preferito rimanere a “studiare un po'” e quindi aveva convinto la moglie e l'amministratore a lasciarlo solo e andarsene. Dopo seguì il racconto del guardiano notturno della Filarmonica; Richter aveva suonato a lungo e ad un certo punto il guardiano era salito sul palco e gli aveva detto: “Lei suona sempre qualcosa di forte, non potrebbe suonare qualcosa di semplice per me, ne siete capace?” - Richter gli suonò “Non rimproverarmi, oh cara” 12], gli diede venticinque rubli e andò via. Ma in albergo non era rientrato e non si sapeva dove fosse?...
Ma ecco che si nota un certo movimento, si dice: “Richter è apparso, l'hanno portato con una macchina di passaggio...” Lo nutrono urgentemente con qualche panino dal bar ed ora il concerto avrà inizio. Lo ricevono con applausi interrotti dal suo potente accordo e arpeggi dal Preludio in si bemolle maggiore di Rachmaninov. Il brano suona in un modo gioioso e brillante. Ancora alcuni Preludi: in do diesis minore, in sol maggiore e in sol minore – la marcia minacciosa e ben scandita. Mentre nella parte centrale una vera alluvione delle emozioni e il canto a due voci! (“Dove egli trovò questa seconda voce?”) Poi di nuovo la marcia angosciosa e la fine trionfale!
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12] Romanza molto nota; l’autore del testo è Aleksej Razorjonov, della musica Aleksandr Dubuch (informazione fornita da Valerij Voskobojnikov).
Richter suonò quella sera in modo divino! Cosa c'era ancora dopo? Preludi di Debussy: La cattedrale sommersa e Ciò che vide il vento dell'ovest, una Ballata e lo Scherzo di Chopin, gli Studi di Liszt – Mazeppa, Danza di Gnomi, Fuochi fatui, ancora qualcosa... Ancora per bis! 13]
E poi si scoprì dove egli era sparito.
… Quando egli uscì dalla Filarmonica, era una meravigliosa notte di maggio 14] , i mezzi di trasporto quasi non si vedevano, le strade erano ben illuminate, la città gli parve bella ed egli provò il piacere di passeggiare sulle strade sconosciute e andare in una direzione ignota, “dove cade lo sguardo”. Camminava-camminava, all'alba arrivò verso il fiume. Vide laggiù i ragazzini che stavano caricando nella barca gli attrezzi da pesca, e si stavano preparando ad andare a pescare. Si mise a chiacchierare con loro, i ragazzi rispondevano scherzando e lo prendevano in giro per il suo strano vestiario – Richter era ancora in frac con un farfallino al collo. Egli spiegò loro che questa era una specie di uniforme da concerto e all'improvviso chiese di portarlo “a navigare”. Tutto il giorno egli passò in compagnia di questi giovani pescatori, cucinando con loro la zuppa di pesce sul falò, passeggiando, pescando. Quando egli chiese, dove si trovavano, se si fossero allontanati molto dalla città, - si scoprì che erano assai lontano: erano giunti a Korobovy Khutora [dista 50 chilometri dalla città di Khar'kov]...
Egli si ricordò del concerto! I ragazzi lo accompagnarono fino a Zmijov, da lì qualcuno lo portò fino alla città, ma soltanto fino alla Prospettiva Moskovskij. Allora egli si rivolse al poliziotto, si presentò, e questi fermò una vettura chiedendo di portare urgentemente l'artista alla Filarmonica. Ecco. Si era scoperto il carattere imprevedibile. Più tardi abbiamo letto e appreso dalle persone a lui vicine numerose storie simili, legate alle sue fantasie ed alla sua infinita immaginazione, proprie al suo talento, che si manifestava non solo nella musica, ma anche nella letteratura, teatro e pittura.
Ma la musica è la sua passione principale, egli passava al pianoforte molte ore quotidianamente. Anche se affermava che iniziò a studiare “come si deve” soltanto all'età di ventisette anni, - quando, rimasto a Mosca durante la guerra, studiò nelle aule svuotate del Conservatorio fino a 10-12 ore, - in verità anche prima studiava allo stesso modo, solo che suonava le sinfonie (dalle partiture, a prima vista, mentalmente facendo la trasposizioni per il pianoforte), le opere, i balletti, e tutto ciò trovava nei libri, oppure ricostruiva a memoria, improvvisando per ore allo strumento. E sempre cercava di penetrare nella profondità del mondo spirituale del compositore, del quale stava studiando le opere, trasformandosi psicologicamente nell'autore, che creava immediatamente, ora, qualcosa di nuovo, fantasticando liberamente. In uno degli articoli dedicati al suo allievo più amato, Neuhaus scrisse: “Quando Richter ha attaccato Schumann dopo Haydn, tutto è cambiato: diverso era il pianoforte, diverso era il suono, il ritmo, era diverso il carattere di espressione, e si capisce il perché: prima c’era Haydn, poi Schumann; e Richter con la massima chiarezza è riuscito a trasmettere nella propria esecuzione non solo l’immagine di ogni autore, ma anche della sua epoca”. Le sue interpretazioni a volte agivano sugli ascoltatori in modo ipnotico, - tutti si trovavano catturati dal potere di una fortissima luce che proveniva dalle sconosciute profondità della Musica.
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Novembre 1958, Orch. Filarmonica di Khar'kov, direttore d'orchestra A.Zhurajtis (Sviatoslav Richter esegue Prokofiev, Concerto no.5) |
Una volta egli eseguì a Khar'kov il Quinto Concerto di S. Prokof'ev 15], un'opera estremamente complessa sia nel contenuto, che nel carattere e nelle difficoltà tecniche. Non mi ricordo nessun altro che aveva eseguito questo Concerto. Gli ascoltatori sono rimasti sconvolti e in qualche modo sbalorditi. Mentre la nostra orchestra... (Chi l'ha diretta? Khar'kov dopo Gusman non è stata molto fortunata con i direttori. Possiamo ricordare soltanto Gusman e ancora Žordania). [Chiosa di Valerij: Israil Gusman (1917 – 2003) ha diretto l'orchestra della Filarmonica di Khar'kov negli anni 1947-1957. Vachtang Žordania, di origine georgiana (1924 – 2005) è stato direttore principale a Khar'kov negli anni 1977-1983. Nel 1983 insieme alla sua amata, la nota violinista Viktoria Mullova, chiese asilo politico durante la tournée in Finlandia e dopo visse negli USA]. La nostra orchestra a malapena riusciva a raggiungere i tempi che prendeva Richter – perché lui stava suonando Prokof'ev! E doveva trasmettere tutta la sua furia!
Appena risuonò l'ultimo accordo, Richter si precipitò dietro le quinte, mentre in sala esplosero gli applausi. E tutti aspettavano il ritorno del solista, l'orchestra non abbandonava i propri posti, il pubblico applaudiva senza stancarsi.
Invece il pianista non usciva più.
All'inizio si sperava che egli dopo essersi un po' raffreddato, avrebbe suonato qualcosa per bis... Ma dopo l'applauso che durò venti, trenta...quaranta minuti, si voleva semplicemente ottenere dall'artista un saluto di addio, un inchino... Niente. Non è più uscito.
Richter giaceva sul duro divano di legno, senza frac, nel camerino della vecchia sede del teatro dell'opera, con lo “sparato” bianco scostato di lato e la farfallina fuori posto, e diceva all'amministratore e agli altri rappresentanti delle autorità e dei “capi” musicali, che continuavano a chiedergli di alzarsi ed uscire sul palco: “Non posso alzarmi. No, non ho bisogno di nessun dottore. Passerà tutto, ma adesso sono troppo stanco e non posso alzarmi”.
… Nella città balneare di Soci dopo l'esecuzione del Primo Concerto di Čajkovskij, Richter andò verso il mare e vi si tuffò – per questo gli sono bastate le forze. Anche quella volta il concerto è stato incredibile, suonato con pieno sacrificio! La sala della Filarmonica di Soci, circondata dalle colonne ed illuminata con le palle bianche (“Fra le lattiche sfere dell'aureola”) [Chiosa di Valerij: citazione dalla poesia di Boris Pasternak Ballata dedicata a Heinrich Neuhaus] è sita direttamente sul mare, e le onde della musica si fondevano con il rumore della risacca del mare, mentre Richter suonava con grande ispirazione a partire dai primi accordi solenni e gioiosi dell'introduzione e fino al finale coinvolgente e precipitoso.
A Khar'kov l'ultima volta Richter è stato nel maggio 16] del 1966 e questo suo unico concerto ebbe luogo nella sala adibita sia per i concerti che per il cinema, “Ucraina”. Si è conservato il programma di sala. Concerto in due parti: 1. Liszt – Sonata in si minore, 2. Čajkovskij – quattro pezzi dal ciclo “Le stagioni” (Gennaio – Davanti al camino, Maggio – Le notti bianche, Giugno – Barcarola, Novembre – Sulla trojka), Rachmaninov – Quattro Etudes-Tableaux op.39 – in do minore, in la minore, in fa diesis minore, in si minore. Come tutto ciò che faceva Richter, era ispirato e bellissimo! Impressionò l'alta tensione e riflessione filosofica della Sonata di Liszt; mentre Rachmaninov procedeva con orgoglio, conquistando ascoltatori con la sua forza e potenza, con l'energia del ritmo e della melodia; mentre la “Trojka” brillando scomparve nel turbinio della neve, tintinnando allegramente con i suoi campanellini. Per bis il pianista eseguì ancora preludi di Rachmaninov – in Sol Maggiore, sognante, lirico e in sol minore– questa infallibile marcia, che procede con la decisione distruggendo tutto ciò che le impedisce di progredire.
A partire dalla fine degli anni 1970 – inizio anni 1980 egli si appassionò alla musica da camera. Ha suonato con Oleg Kagan, Natalia Gutman, Jurij Bashmet, Viktor Tret'jakov, eseguendo in duo con violino e violoncello e poi allargando il circolo dei partecipanti degli ensemble. Ed ecco Richter partecipa alle esecuzioni nei complessi con maggior numero dei partecipanti. Crea l'irripetibile festival delle arti (di musica, pittura, poesia) che si svolse presso il Museo di Stato delle arti figurative intitolato a A.S.Puškin e venne chiamato “Le serate di dicembre”. Le serate si potevano vedere ed ascoltare attraverso la radio e TV in molte altre città. Attorno a lui si formò un gruppo di giovani talentuosi musicisti – egli non insegnava a nessuno, ma già la sua presenza personale iniettava colossale dedizione nel lavoro, profonda penetrazione nell'immagine musicale.
Egli non tracciava mai la frontiera tra lo studio, la prova e il concerto. Sempre con piena forza e fino alla fine! E dopo aver raggiunto le altezze incredibili nella sua arte interpretativa, egli andava avanti, verso qualcosa di ancora più grande, visibile solo a lui da qualche parte oltre le nuvole!
E quando questa “cometa” con il nome di Richter volò via, rimase per l'eternità la sua luce accecante!
Ninel' Borisovna Liberol'
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13] Vedasi le considerazioni della nota 1114] Vedi nota 215] La data dell’esecuzione a Khar’kov del V di Prokof’ev, sotto la direzione di Algis Zhurajtis è 18.XI.195816] 23 maggio