Il Blog nel Centenario della nascita di Sviatoslav RichterR i c h t e r 12enne al recital di Prokof'evad Odessa (1927)
PDF completoda SU PROKOF’EV di Sviatoslav Richter
Traduzione italiana di Valerij Voskobojnikov e Lorenzo Seno
Ho avuto più incontri con la musica di Prokof’ev che con il compositore in persona. Non sono mai stato particolarmente vicino a Prokof'’ev come uomo. Ero timido. Per me, era tutto nei suoi lavori, all’inizio come ora. La conoscenza delle sue composizioni coincideva con la conoscenza di Prokof’ev stesso. E’ quindi delle sue opere che posso dire di più. Ancora, al medesimo tempo, suonando Prokof’ev esaurisco in una certa misura quello che posso dire di lui a parole (qui sta la difficoltà della mia posizione). Ricorderò tuttavia qualche particolare momento dei miei incontri personali con Sergej Sergeevič durante la mia vita.
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Clik here to view.Parigi Ottobre 1928. Altra fonte
Il primo incontro. La prima cosa che associo al nome di Prokof’ev è il fatto che tutti suonavano la Marcia da L’Amore delle tre melarance. Una novità che piaceva molto a tutti. E quando Prokof’ev arrivò ad Odessa e suonò le sue composizioni, tutti conclusero che l’unica cosa veramente buona era la Marcia. Suonò molto, tutta la serata, ma tutti non aspettavano che la Marcia. E i musicisti dicevano: “Sì, meraviglioso, meraviglioso”… ma tutto era centrato attorno alla Marcia. Fu pubblicata con una copertina con cerchietti e quadretti (Nuovo! Futurismo!). Avevo 12 anni. Tutti noi – papà, mamma e io – vivevamo a Odessa. Papà insegnava al Conservatorio. A me piaceva stare a casa e leggere a prima vista opere liriche dall’inizio alla fine. Una volta papà mi portò con sé: Prokof’ev avrebbe suonato nella sala del Conservatorio (*). Era un giorno d’inverno(14 marzo 1927: vedi nota), e nella sala era scuro. Davanti al pubblico apparve un uomo lungo, giovane, con lunghe braccia. Aveva un vestito alla moda, di fattura occidentale, con maniche e pantaloni piuttosto corti, e probabilmente per questo sembrava cresciuto fuori del vestito. E tutto a scacchi, come la copertina delle Tre melarance. Ricordo che il suo modo di ringraziare mi sembrò molto divertente. Era come se si piegasse in due in avanti – tac! – mentre i suoi occhi non cambiavano di espressione, fissando davanti rigidamente, e quindi finivano per guardare verso un punto del soffitto quandosi raddrizzava. La sua faccia non sembrava esprimere assolutamente niente. Quindi, suonò. Ricordo rimasi impressionato dal suo modo di suonare tutto senza pedale e molto “pulito”. Suonava i suoi piccoli pezzi, e ognuno era come un’elegante ricercatezza in un menu molto pensato. Questo mi risultava piuttosto insolito e molto diverso da quanto ero abituato a sentire prima di quel momento. Ero ancora uno stupido bambino e tutti i pezzi che suonava mi sembrava uguali l’uno all’altro (allora anche le opere di Bach mi sembravano tutte simili tra di loro). La Marcia arrivò alla fine. Il pubblico era soddisfatto, e altrettanto Prokof’ev. Ringraziò in un modo particolare, compiaciuto, e mi sembrò un giocoliere da circo, o un personaggio di Hoffmann. Dopo non seppi più nulla di lui. No, sapevo dai musicisti che aveva già scritto una certa Sinfonia Classica. E che questa Sinfonia Classica era buona, molto buona, e cioè era un modello per i nuovi compositori. E inoltre che il compositore di Odessa Vova Femelidi, che aveva scritto l’opera Lo sfacelo e il balletto Carmagnola, era influenzato da Prokof’ev. Me ne persuaderò, in seguito, ma a quei tempi mi sembrava un compositore molto originale. E questo è tutto. Di Prokof’ev stesso non seppi più nulla. Si poteva pensare che era andato “fuori moda” ed era stato dimenticato...
(*) 14 marzo 1927: Prokof’ev si trova ad ammirare Odessa per la prima volta: solo suo nonno da bambino la visitò (futuro consigliere di Stato e presidente del Tribunale). Ne ammirò dapprima il mare: in un porto sgombro era grigiastro e sembrava non volevesse anticipare la primavera. Alla sera diede il Concerto al Teatro dell'Opera (?), gremito. Prokof'ev era interessato alla sua bellezza di cui Odessa era orgogliosa. Nei suoi diari Prokof'ev scrisse di come il pubblico inizialmente era piuttosto timido, anche se poi gradualmente si sciolse, però non nella misura del concerto tenuto a Kiev il giorno precedente. («Одесские» страницы из книги Сергея Прокофьева «Дневник-27»). C.G
Su Prokof’ev. Di Sviatoslav Richter. Con una Introduzione di Valerij Voskobojnikov e Lorenzo Seno. Traduzione di Valerij Voskobojnikov e Lorenzo Seno. Note di Valerij Voskobojnikov. Pubblicato in proprio - Roma, ottobre 2000. Per ulteriori notizie e materiali, visitate il sito: www.neuhaus.it Avvertenze sul copyrigth: Il presente materiale è proprietà riservata di Valerij Voskobojnikov e Lorenzo Seno. Riproduzione e diffusione liberamente permesse sotto forma cartacea e elettronica, purché in forma inalterata, ivi inclusa la presente avvertenza.