..."Grande pianista, musicista e persona. L'ampiezza delle sue idee era immensa, come la conoscenza e la comprensione della musica e del suo repertorio, che ha ereditato dal suo maestro, Heinrich Neuhaus, e dai colleghi. Ci conoscevamo ... Ho avuto la fortuna di lavorare con Sviatoslav Teofilovič. Ho curato la sceneggiatura alle sue Serate Musicali al "Museo delle Belle Arti Pushkin". Richter, come regista, apparteneva al teatro musicale. Questo dimostrava ancora una volta il suo straordinario talento. Per la Serata dedicata ai compositori del romanticismo, pensava che le scelte della musica dovessero sembrare casuali, che gli interpretati dovessero ricreare un clima musicale ricercato. Mi viene in mente quella serata (1985, ndt.) in cui Sviatoslav Teofilovič suonava nella sala, e dove i musicisti non furono separati dal resto del pubblico, dalla barriera del proscenio. Questo tipo di atteggiamento rilassato, elegante e sofisticato di fare musica è stata una grande idea di Richter, in cui la musica diventa una parte della vita di ogni singolo spettatore del pubblico. Conversare con Sviatoslav Richter è stata l'esperienza più brillante della mia vita - l'incontro con l'arte alta ..."
[..] Yura
Vasiliev aveva l'aspetto del tipico vecchio uomo russo, con gl'occhi verdi-azzurro chiaro, coi capelli scompigliati ed una barbetta incolta. Aveva le sue specifiche abitudini e predilezioni. Era molto interessato alle opere di Lermontov, ne esaminò accuratamente le circostanze del duello e della sua morte. E, naturalmente, l'amore per Lermontov era parteggiato con quello per Pushkin. Era amico di Semen Stepanovich Geĭchenko e spesso si recò a San Michele. Jura ci invitò
(con Bella Achmadulina, ndt.) e ci presentò a sua moglie Neloy ed ai suoi ospiti. Gli raccontammo del nostro viaggio a Polenovo e a Tarusa. Jura si rallegrò davvero, ci disse che Sviatoslav Richter lo aveva invitato a passare l'estate nella sua casa sulle rive del
(fiume) Oka, e sarebbe stato molto bello se anche noi ci fossimo andati, fiducioso che l'idea sarebbe stata approvata calorosamente da Sviatoslav Teofilovič. Ben presto, infatti, Richter ci chiamò, e parlando con Bella, cordialmente ci invitò a soggiornare nella sua casa, sulla riva del fiume Oka. La casa di Richter era a dieci chilometri da Tarusa, vicino al villaggio di Alёkino, arroccato sopra il fiume. Era una casa-torre, costruita da Volodja Moroz, un caro amico di Richter. [..]
Sviatoslav Teofilovič era assai affezionato a questa casa e riuscì far trasportare un pianoforte
Steinway nel deserto tarussita. Si può solo immaginare come la musica potesse risuonare nell'ambito silenzioso del Oka, sotto il disegno divino di Richter. Purtroppo a Richter non succedeva di tornare così spesso nella sua casa speciale, per le sue continue tournées. Capitava di ricevere una cartolina da lui:
Novembre 1983, chiama, all'improvviso Irina Antonova:
- Boris Asafovič? Può venire? Siamo qui con Sviatoslav Teofilovič, vicini alle "
Serate di dicembre", e dobbiamo realizzare la sceneggiatura, la ripresa teatrale e la messa in scena di
Albert Herring di Britten, ma abbiamo tutti gli artisti qui ammassati, mentre rimane poco spazio di tempo. Siamo ad una settimana dal debutto. Potreste fare qualcosa per aiutarci?
[..] Stranamente, avevo conosciuto di persona Britten, che assieme al famoso cantante
Pears, furono accompagnati al mio studio da un mio cugino,
Azarij Messerer. In quel periodo lavorava come giornalista e fece un'intervista a Britten, e gli promise di fargli vedere il mio lavoro. A Britten piacevano i miei acquerelli, ed ora all'improvviso il destino mi aveva condotto alla sua opera. Mi recai alla Sala Bianca del Museo delle Belle Arti e vedevo correre. Richter correva attorno al palco con un corto mantello nero con la fodera rossa. Amava esternare ciò che lui amava, in modo da catturare l'attenzione. In questo modo, gli riuscì farsi intendere, come un esperto che ha scavato in ogni particolare.
- Boris, potete aiutarci? Avete qualche idea? Richter mi parlò, sul palco durante le prove, con la musica di Britten - che amo molto - e in quel momento mi aiutò a cercare una via. Sviatoslav Teofilovič iniziò a parlarmi di Britten e dell'idea che avevano dello scenario, mi chiedeva però quanto tempo ci si potesse impiegare. Fu in questo modo che iniziai ad immaginarmi lo scenario possibile e senza perder tempo decisi di fare un'abside, con una cupola in legno a semicerchio, in modo che la Sala Bianca avrebbe dato l'idea di una casa all'inglese, mentre con delle travi avrei alluso al graticcio; creai lo
skyline di una città inglese, ponendo in primo piano dei contatori fatti coi frutti luminosi, necessari nello svolgere della trama. Il mio progetto si maturò in breve tempo, e dissi che all'indomani dovevo apportare una modifica più specifica. Un po' su di giri, con Richter al mio fianco, tornai allo studio assieme al mio modellista
(esperto di plastici in scala, ndt.) Victor Basov, al quale ero affezionato e solitamente ci lavoravo (da sempre ciò mi facilitava), il quale cominciò a preparare un piccolo ed accurato plastico di cartapesta. La mattina seguente mostrai il plastico a Sviatoslav Teofilovič. Era felice e mi domandò quanto presto era possibile in effetti realizzarlo. Invece di rispondergli, suggerii a Richter di proseguire con la mia auto verso il centro televisivo di Ostankino, portando con noi il modello in miniatura. Egli ne fu felicemente convinto, lo avevo capito dal modo in cui gli sentii farmi i complimenti per come guidavo. Entrando nell'edificio siamo stati accolti dal direttore della stazione televisiva Vladimir Ivanovič Popov, che si inchinò davanti Richter e ci invitò nel suo ufficio. Poi ci siamo trattenuti a lungo nei magazzini, nei monolocali del guardaroba, dove ho scelto i costumi per i personaggi dell'opera, e si conveniva che il reparto da due notti lavorava sul nostro progetto e preparava il paesaggio. Camminando per strada Sviatoslav Teofilovič incontrava tutti i dipendenti della televisione, che cercavano di salutarlo. Due giorni prima del debutto ebbi una meravigliosa conversazione con Richter. Mi salutò con uno sguardo terribilmente preoccupato:
- Boris, come stanno andando le cose?
Ed io sorridendo dissi:
- Sviatoslav Teofilovič, molto male! Sorridevo con ilarità, osservando il grande Richter. Ma lui fu molto sorpreso:
- Boris, non capisco il motivo per cui voi sorridete e dite che tutto va molto male, che cosa volete dire?
- Sviatoslav Teofilovič, sapete, faccio così perché l'artista di teatro lo fa per non cadere, ma voi non conoscete questo sentimento, perché voi siete un grande musicista, e non avete mai fallito!
- Cosa, io non cado?! Sì, non sapete cosa è successo a Tolosa! Al grande Poulenc
*, che era seduto in prima fila, toccò prendermi "al volo", mentre l'orchestra era atterrita! E quanto è successo a Tula?! Voi non sapete che cosa è capitato a Tula? E' stato un disastro!
Ero felice di vedere il grande musicista quando mi parlava del suo mitico
fallimento, dietro la sua modestia ed innocenza puerile, c'era la verità del genio.
Abbiamo certamente trovato con Sviatoslav Teofilovič un linguaggio comune, tutto fu realizzato in tempo ...
[..]